Isaia 26:1
Cantico dei redenti
In quel giorno, si canterà questo cantico nel paese di Giuda: Noi abbiamo una città forte; l’Eterno vi pone la salvezza per mura e per bastioni.
In quel giorno, si canterà questo cantico nel paese di Giuda: Noi abbiamo una città forte; l’Eterno vi pone la salvezza per mura e per bastioni.
Aprite le porte ed entri la nazione giusta, che si mantiene fedele.
A colui ch’è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida.
Confidate in perpetuo nell’Eterno, poiché l’Eterno, sì l’Eterno, è la roccia dei secoli.
Egli ha umiliato quelli che stavano in alto, Egli ha abbassato la città elevata, l’ha abbassata fino a terra, l’ha stesa nella polvere;
i piedi la calpestano, i piedi del povero, vi passan sopra i meschini.
La via del giusto è diritta; Tu rendi perfettamente piano il sentiero del giusto.
Sulla via dei tuoi giudizi, o Eterno, noi t’abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima nostra.
Con l’anima mia ti desidero, durante al notte; con lo spirito ch’è dentro di me, ti cerco; poiché, quando i tuoi giudizi si compion sulla terra, gli abitanti del mondo imparan la giustizia.
Se si fa grazia all’empio, ei non impara la giustizia; agisce da perverso nel paese della rettitudine, e non considera la maestà dell’Eterno.
O Eterno, la tua mano è levata, ma quelli non la scorgono! Essi vedranno lo zelo che hai per il tuo popolo, e saranno confusi; il fuoco divorerà i tuoi nemici.
O Eterno, tu ci darai la pace; poiché ogni opera nostra sei tu che la compi per noi.
O Eterno, Dio nostro, altri signori, fuori di te, han dominato su noi; ma, grazie a te solo, noi possiamo celebrare il tuo nome.
Quelli son morti, e non rivivranno più; son ombre, e non risorgeranno più; tu li hai così puniti, li hai distrutti, ne hai fatto perire ogni ricordo.
Tu hai aumentata la nazione, o Eterno! hai aumentata la nazione, ti sei glorificato, hai allargato tutti i confini del paese.
O Eterno, essi, nella distretta ti hanno cercato, si sono effusi in umile preghiera, quando il tuo castigo li colpiva.
Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida in mezzo alle sue doglie, così siamo stati noi dinanzi a te, o Eterno.
Abbiamo concepito, siamo stati in doglie, e, quando abbiamo partorito, era vento; non abbiamo recata alcuna salvezza al paese, e non son nati degli abitanti nel mondo.
Rivivano i tuoi morti! risorgano i miei cadaveri! Svegliatevi e giubilate, o voi che abitate nella polvere! Poiché la tua rugiada è come la rugiada dell’aurora, e la terrà ridarà alla vita le ombre.
Va’, o mio popolo, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l’indignazione.
Poiché, ecco l’Eterno esce dalla sua dimora per punire l’iniquità degli abitanti della terra; e la terra metterà allo scoperto il sangue che ha bevuto, e non terrà più coperti gli uccisi.