Lamentazioni 3:1
Dolori e conforti
Io sono un uomo che ha veduto l’afflizione sotto la verga del suo furore.
Io sono un uomo che ha veduto l’afflizione sotto la verga del suo furore.
Egli m’ha condotto, m’ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce.
Sì, contro di me di nuovo volge la sua mano tutto il giorno.
Egli ha consunta la mia carne e la mia pelle, ha fiaccato le mie ossa.
Ha costituito una cinta contro di me, m’ha circondato d’amarezza e d’affanno.
M’ha fatto abitare in luoghi tenebrosi, come quelli che son morti da lungo tempo.
Egli m’ha circondato d’un muro, perché non esca: m’ha caricato di pesanti catene.
Anche quando grido e chiamo al soccorso, egli chiude l’accesso alla mia preghiera.
Egli m’ha sbarrato la via di blocchi di pietra, ha sconvolti i miei sentieri.
Egli è stato per me come un orso in agguato, come un leone in luoghi nascosti.
Egli m’ha sviato dal mio cammino e m’ha squarciato, m’ha reso desolato.
Ha teso il suo arco, m’ha preso come mira delle sue frecce.
M’ha fatto penetrar nelle reni le saette del suo turcasso.
Io son diventato lo scherno di tutto il mio popolo, la sua canzone di tutto il giorno.
Egli m’ha saziato d’amarezza, m’ha abbeverato d’assenzio.
M’ha spezzato i denti con della ghiaia, m’ha affondato nella cenere.
Tu hai allontanata l’anima mia dalla pace, io ho dimenticato il benessere.
Io ho detto: "E’ sparita la mia fiducia, non ho più speranza nell’Eterno!"
Ricordati della mia afflizione, della mia vita raminga, dell’assenzio e dell’amarezza!
L’anima mia se ne ricorda del continuo, e n’è abbattuta dentro di me.
Questo voglio richiamarmi alla mente, per questo voglio sperare:
E’ una grazia dell’Eterno che non siamo stati interamente distrutti; poiché le sue compassioni non sono esaurite;
si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!
"L’Eterno è la mia parte", dice l’anima mia, "perciò spererò in lui".
L’Eterno è buono per quelli che sperano in lui, per l’anima che lo cerca.
Buona cosa è aspettare in silenzio la salvezza dell’Eterno.
Buona cosa è per l’uomo portare il giogo nella sua giovinezza.
Si segga egli solitario e stia in silenzio quando l’Eterno glielo impone!
Metta la sua bocca nella polvere! forse, v’è ancora speranza.
Porga la guancia a chi lo percuote, si sazi pure di vituperio!
Poiché il Signore non ripudia in perpetuo;
ma, se affligge, ha altresì compassione, secondo la moltitudine delle sue benignità;
giacché non è volentieri ch’egli umilia ed affligge i figliuoli degli uomini.
Quand’uno schiaccia sotto i piedi tutti i prigionieri della terra,
quand’uno perverte il diritto d’un uomo nel cospetto dell’Altissimo,
quando si fa torto ad alcuno nella sua causa, il Signore non lo vede egli?
Chi mai dice una cosa che s’avveri, se il Signore non l’ha comandato?
Il male ed il bene non procedon essi dalla bocca dell’Altissimo?
Perché il vivente si rammaricherebbe? Ognuno si rammarichi del proprio peccato!
Esaminiamo le nostre vie, scrutiamole, e torniamo all’Eterno!
Eleviamo insiem con le mani, i nostri cuori a Dio ne’ cieli!
Noi abbiam peccato, siamo stati ribelli, e tu non hai perdonato.
Tu ti sei avvolto nella tua ira, e ci hai inseguiti; tu hai ucciso senza pietà;
ti sei avvolto in una nuvola, perché la preghiera non potesse passare;
tu hai fatto di noi delle spazzature, dei rifiuti, in mezzo ai popoli.
Tutti i nostri nemici aprono larga la bocca contro di noi.
Ci son toccati il terrore, la fossa, la desolazione e la ruina.
I miei occhi si sciolgono in rivi d’acqua, a motivo della ruina della figliuola del mio popolo.
L’occhio mio si scioglie in lacrime, senza posa, senza intermittenza,
finché dal cielo l’Eterno non guardi e non veda il nostro stato.
L’occhio mio m’affanna l’anima a motivo di tutte le figliuole della mia città.
Quelli che mi son nemici senza cagione, m’han dato la caccia come a un uccello.
M’hanno annientato la vita nella fossa, m’han gettato delle pietre addosso.
Le acque salivano fin sopra al mio capo, io dicevo: "E’ finita per me!"
Io ho invocato il tuo nome, o Eterno, dal fondo della fossa;
tu hai udito la mia voce; non nascondere il tuo orecchio al mio sospiro, al mio grido!
Nel giorno ch’io t’ho invocato ti sei avvicinato; tu hai detto: "Non temere!"
O Signore, tu hai difesa la causa dell’anima mia, tu hai redento la mia vita.
O Eterno, tu vedi il torto che m’è fatto, giudica tu la mia causa!
Tu vedi tutto il loro rancore, tutte le loro macchinazioni contro di me.
Tu odi i loro oltraggi, o Eterno, tutte le loro macchinazioni contro di me,
il linguaggio di quelli che si levano contro di me, quello che meditano contro di me tutto il giorno!
Guarda! quando si seggono, quando s’alzano, io sono la loro canzone.
Tu li retribuirai, o Eterno, secondo l’opera delle loro mani.
Darai loro induramento di cuore, la tua maledizione.
Li inseguirai nella tua ira, e li sterminerai di sotto i cieli dell’Eterno.